Diritti sociali

«Si conferma una singolare inversione di priorità nelle politiche degli ultimi tempi. i diritti civili ormai prevalgono su quelli sociali, che hanno sempre meno spazio nei programmi politici.

Questo mutamento è stato netto ed evidente negli ultimi 10-20 anni, da quando a sinistra si è affermata la linea più liberale che socialista della “terza via”: i diritti (individuali) civili sono diventati centrali nella strategia di sinistra e di fatto la loro rivendicazione è diventata un alibi, una sorta di copertura, rispetto al fatto che le problematiche sociali venissero, se non abbandonate, lasciate sulla sfondo e di fatto alla gestione sostanziale dei mercati e della globalizzazione.

Così facendo si ponevano le premesse per una rinnovata contrapposizione con la destra conservatrice su basi diverse rispetto al passato e per l’acquisizione del consenso dei ceti medi cosiddetti “riflessivi”.

Ma al tempo stesso si minava alle radici il rapporto tradizionale tra sinistra e ceti popolari, sua tradizionale costituency. E’ ciò che sta accadendo nei Paesi occidentali, con la crisi dei partiti socialdemocratici.

Le questioni di dissenso e disagio rimaste sullo sfondo del dibattito sono importanti: la diseguaglianza crescente, il rischio di povertà per poco meno di 20 milioni di italiani, la disoccupazione a due cifre, la precarietà del lavoro, la crisi e l’impoverimento delle classi medie, l’insicurezza e la paura del futuro, la crescita stagnante, il debito pubblico che non si riduce…., argomenti che riguardano soprattutto i “poveri” e non i benestanti che peraltro diventano sempre meno numerosi». Vincenzo Visco

Diritti sociali

«Uno dei principali passaggi che caratterizza la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento è l’evoluzione dello Stato liberale verso uno Stato sociale. Nelle democrazie liberali di fine Ottocento, infatti, lo Stato garantiva ai cittadini tutta una serie di libertà civili: la libertà di espressione, la libertà di stampa e corrispondenza, i diritti legati alla proprietà ed all’iniziativa economica, etc.

Con il passaggio allo Stato sociale si assiste ad una modifica importante: oltre ai diritti civili, lo Stato si fa carico anche di erogare ai cittadini i diritti sociali, ossia, di intervenire attivamente per attenuare le diseguaglianze sociali presenti nella società consentendo a tutti, anche se partono da situazioni di partenza differenziate, di avere le stesse opportunità.

Il problema è che i diritti sociali, a differenza di quelli civili, hanno un costo per lo Stato perchè corrispondono, molto spesso, a delle prestazioni economiche che devono essere erogate dallo Stato. Per questo si è assistito, negli ultimi anni, ad un declino dello Stato sociale che, a causa della riduzione di risorse a disposizione, ha progressivamente ridotto il proprio campo di intervento nella società.

Diritti sociali: la Costituzione

I diritti sociali derivano dall’evoluzione del concetto di eguaglianza che è presente nella nostra Costituzione e che sancisce il passaggio dallo Stato liberale allo Stato sociale. In gergo tecnico, si dice che siamo passati da un concetto di eguaglianza formale ad un concetto di eguaglianza sostanziale.

Il concetto di eguaglianza formale per esempio porta a ritenere che lo Stato garantisce a tutti il diritto a frequentare l’università pubblica senza alcuna distinzione di sesso, razza, etc. Tizio, figlio di un operaio, vorrebbe fare l’università ma la sua famiglia non ha abbastanza soldi per pagare la retta, i libri, etc. Caio, figlio di un ricco imprenditore, viene invece subito iscritto all’università. Tizio e Caio sono entrambi usciti con 100/100 al liceo classico. Sia Tizio che Caio intendono studiare giurisprudenza.

Questo esempio dimostra che il concetto di eguaglianza formale non garantisce, nella sostanza, l’uguaglianza tra le persone. Sulla carta sia Tizio che Caio possono iscriversi all’università ma nella realtà le disparità economiche e sociali tra i due studenti si traducono in una diseguaglianza di opportunità poiché, anche se partono da presupposti analoghi in termini di merito, Tizio non potrà studiare e Caio si.

Non basta, dunque, che lo Stato non faccia distinzioni. Lo Stato deve agire attivamente per rimuovere le differenze sociali. In questo senso vanno letti, ad esempio, i programmi di borse di studio per l’accesso all’università che, proprio nell’esempio che abbiamo fatto, possono permettere a Tizio di avere dei fondi, in base al reddito ed al merito, per accedere all’università. Si tratta di un chiaro esempio di diritto sociale. In questo modo, il concetto di eguaglianza evolve e impone alla Repubblica di garantire a tutti i cittadini, indipendentemente dalla condizione sociale di provenienza, di essere messi sullo stesso gradino di partenza e di avere così accesso alle stesse opportunità.

Nella Costituzione si trova la norma chiave che sancisce la natura sociale del nostro Stato.  È l’articolo Articolo 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Sempre nella Costituzione troviamo i principali diritti sociali riconosciuti ai cittadini. Occorre, però, chiarire che molto spesso la Costituzione si limita ad enunciare un determinato diritto ma la sua attuazione concreta è rimessa alla normativa di applicazione (leggi dello stato, leggi regionali, regolamenti)». https://www.laleggepertutti.it/298302_diritti-sociali

I 20 principi dei diritti sociali

1. Istruzione, formazione e apprendimento permanente

Ogni persona ha diritto a un’istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro.

2. Parità di genere

La parità di trattamento e di opportunità tra donne e uomini deve essere garantita e rafforzata in tutti i settori, anche per quanto riguarda la partecipazione al mercato del lavoro, i termini e le condizioni di lavoro e l’avanzamento di carriera.

Donne e uomini hanno diritto alla parità di retribuzione per lavori di pari valore.

3. Pari opportunità

A prescindere da sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale, ogni persona ha diritto alla parità di trattamento e di opportunità in materia di occupazione, protezione sociale, istruzione e accesso a beni e servizi disponibili al pubblico. Sono promosse le pari opportunità dei gruppi sottorappresentati.

4. Sostegno attivo all’occupazione

Ogni persona ha diritto a un’assistenza tempestiva e su misura per migliorare le prospettive di occupazione o di attività autonoma. Ciò include il diritto a ricevere un sostegno per la ricerca di un impiego, la formazione e la riqualificazione. Ogni persona ha il diritto di trasferire i diritti in materia di protezione sociale e formazione durante le transizioni professionali.

I giovani hanno diritto al proseguimento dell’istruzione, al tirocinio o all’apprendistato oppure a un’offerta di lavoro qualitativamente valida entro quattro mesi dalla perdita del lavoro o dall’uscita dal sistema d’istruzione.

I disoccupati hanno diritto a un sostegno personalizzato, continuo e coerente. I disoccupati di lungo periodo hanno diritto a una valutazione individuale approfondita entro 18 mesi dall’inizio della disoccupazione.

5. Occupazione flessibile e sicura

Indipendentemente dal tipo e dalla durata del rapporto di lavoro, i lavoratori hanno diritto a un trattamento equo e paritario per quanto riguarda le condizioni di lavoro e l’accesso alla protezione sociale e alla formazione. È promossa la transizione a forme di lavoro a tempo indeterminato.

Conformemente alle legislazioni e ai contratti collettivi, è garantita ai datori di lavoro la necessaria flessibilità per adattarsi rapidamente ai cambiamenti del contesto economico.

Sono promosse forme innovative di lavoro che garantiscano condizioni di lavoro di qualità. L’imprenditorialità e il lavoro autonomo sono incoraggiati. È agevolata la mobilità professionale.

Vanno prevenuti i rapporti di lavoro che portano a condizioni di lavoro precarie, anche vietando l’abuso dei contratti atipici. I periodi di prova sono di durata ragionevole.

6. Salari

I lavoratori hanno diritto a una retribuzione equa che offra un tenore di vita dignitoso.

Sono garantite retribuzioni minime adeguate, che soddisfino i bisogni del lavoratore e della sua famiglia in funzione delle condizioni economiche e sociali nazionali, salvaguardando nel contempo l’accesso al lavoro e gli incentivi alla ricerca di lavoro. La povertà lavorativa va prevenuta.

Le retribuzioni sono fissate in maniera trasparente e prevedibile, conformemente alle prassi nazionali e nel rispetto dell’autonomia delle parti sociali.

7. Informazioni sulle condizioni di lavoro e sulla protezione in caso di licenziamento

I lavoratori hanno il diritto di essere informati per iscritto all’inizio del rapporto di lavoro dei diritti e degli obblighi derivanti dal rapporto di lavoro e delle condizioni del periodo di prova.

Prima del licenziamento, i lavoratori hanno il diritto di essere informati delle motivazioni e a ricevere un ragionevole periodo di preavviso. Hanno il diritto di accedere a una risoluzione delle controversie efficace e imparziale e, in caso di licenziamento ingiustificato, il diritto di ricorso.

8. Dialogo sociale e coinvolgimento dei lavoratori

Le parti sociali sono consultate per l’elaborazione e l’attuazione delle politiche economiche, occupazionali e sociali nel rispetto delle prassi nazionali. Sono incoraggiate a negoziare e concludere accordi collettivi negli ambiti di loro interesse, nel rispetto delle propria autonomia e del diritto all’azione collettiva.

I lavoratori o i loro rappresentanti hanno il diritto di essere informati e consultati in tempo utile su questioni di loro interesse, in particolare in merito al trasferimento, alla ristrutturazione e alla fusione di imprese e ai licenziamenti collettivi.

È incoraggiato il sostegno per potenziare la capacità delle parti sociali di promuovere il dialogo sociale.

9. Equilibrio tra attività professionale e vita familiare

I genitori e le persone con responsabilità di assistenza hanno diritto a un congedo appropriato, modalità di lavoro flessibili e accesso a servizi di assistenza. Gli uomini e le donne hanno pari accesso ai congedi speciali al fine di adempiere le loro responsabilità di assistenza e sono incoraggiati a usufruirne in modo equilibrato.

10. Ambiente di lavoro sano, sicuro e adeguato e protezione dei dati

I lavoratori hanno diritto a un elevato livello di tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro.

I lavoratori hanno diritto a un ambiente di lavoro adeguato alle loro esigenze professionali e che consenta loro di prolungare la partecipazione al mercato del lavoro.

I lavoratori hanno diritto alla protezione dei propri dati personali nell’ambito del rapporto di lavoro.

11. Assistenza all’infanzia e sostegno ai minori

I bambini hanno diritto all’educazione e cura della prima infanzia a costi sostenibili e di buona qualità.

I minori hanno il diritto di essere protetti dalla povertà. I bambini provenienti da contesti svantaggiati hanno diritto a misure specifiche tese a promuovere le pari opportunità.

12. Protezione sociale

Indipendentemente dal tipo e dalla durata del rapporto di lavoro, i lavoratori e, a condizioni comparabili, i lavoratori autonomi hanno diritto a un’adeguata protezione sociale.

13. Prestazioni di disoccupazione

I disoccupati hanno diritto a un adeguato sostegno all’attivazione da parte dei servizi pubblici per l’impiego per (ri)entrare nel mercato del lavoro e ad adeguate prestazioni di disoccupazione di durata ragionevole, in linea con i loro contributi e le norme nazionali in materia di ammissibilità.

14. Reddito minimo

Chiunque non disponga di risorse sufficienti ha diritto a un adeguato reddito minimo che garantisca una vita dignitosa in tutte le fasi della vita e l’accesso a beni e servizi. Per chi può lavorare, il reddito minimo dovrebbe essere combinato con incentivi al (re)inserimento nel mercato del lavoro.

15. Reddito e pensioni di vecchiaia

I lavoratori dipendenti e i lavoratori autonomi in pensione hanno diritto a una pensione commisurata ai loro contributi e che garantisca un reddito adeguato. Donne e uomini hanno pari opportunità di maturare diritti a pensione.

Ogni persona in età avanzata ha diritto a risorse che garantiscano una vita dignitosa.

16. Assistenza sanitaria

Ogni persona ha il diritto di accedere tempestivamente a un’assistenza sanitaria preventiva e terapeutica di buona qualità.

17. Inclusione delle persone con disabilità

Le persone con disabilità hanno diritto a un sostegno al reddito che garantisca una vita dignitosa, a servizi che consentano loro di partecipare al mercato del lavoro e alla società e a un ambiente di lavoro adeguato alle loro esigenze.

18. Assistenza a lungo termine

Ogni persona ha diritto a servizi di assistenza a lungo termine di qualità e a prezzi accessibili, in particolare ai servizi di assistenza a domicilio e ai servizi locali.

19. Alloggi e assistenza per i senzatetto

Le persone in stato di bisogno hanno il diritto di accedere ad alloggi sociali o all’assistenza abitativa di qualità.

Le persone vulnerabili hanno diritto a un’assistenza e a una protezione adeguate contro lo sgombero forzato.

Ai senzatetto sono forniti alloggi e servizi adeguati al fine di promuoverne l’inclusione sociale.

20. Accesso ai servizi essenziali

Ogni persona ha il diritto di accedere a servizi essenziali di qualità, compresi l’acqua, i servizi igienico-sanitari, l’energia, i trasporti, i servizi finanziari e le comunicazioni digitali.

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