Senigallia e le sue Valli
1 Aprile 2022

ARCEVIA/1 CHIESA COLLEGIATA DI S. MEDARDO, CHIESA DI SAN FRANCESCO, IL MUSEO ARCHEOLOGICO STATALE, S. MARIA DEL SOCCORSO

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due passi in collina 3

Tra Signorelli e Della Robbia

ITINERARI
Musei, chiese antiche tra colline e Appennino: luogo dalle tante suggestioni

Chiesa di San Francesco, la costruzione ebbe inizio attorno al 1275, a testimonianza della intensa predicazione francescana il questi luoghi in cui la figura del Santo di Assisi si andava affermando mentre il medioevo volgeva alla fine.

Collegiata di San Medardo a Sx e Chiesa di San Francesco ad Arcevia a Dx

La chiesa poi fu completamente rifatta in stile barocchetto nel 1750 sotto la direzione dell’architetto e plasticatore Lorenzo Bossi. Prima e dopo la celebrazione si possono visitare delle vere e proprie meraviglie, eccellenze artistiche, architettoniche e culturali delle nostre valli.

Accanto alla Chiesa di San Francesco si estende Il Complesso di S. Francesco che comprende anche un museo aperto la domenica dalle 10,30 alle12,30 e dalle 16,30 alle 19,30. Il Centro rappresenta il Polo Culturale di Arcevia: al suo interno si trovano la biblioteca, l’archivio storico e sale per mostre ed esposizioni ed è ospitato all’interno dell’ex Convento dei Francescani, ubicato nei pressi di piazza Garibaldi.

Centro Culturale San Francesco di Arcevia

Al piano terra c’è il Museo Archeologico Statale, che in tre sale principali offre una ricca raccolta di reperti provenienti dai principali siti archeologici del territorio arceviese, dalla preistoria alla prima età romana in cui il territorio di Arcevia era ai confini dell’Ager Gallicus.

Nella prima sala sono esposti i manufatti in pietra di Ponte di Pietra (20.000 anni fa), risalenti al paleolitico superiore con strumenti in selce e la ricostruzione di uno strato archeologico così come si è presentato agli scavatori.

Nella seconda sala si trovano i materiali del famosissimo fossato difensivo di Conelle (IV millennio a.C.), risalente all’eneolitico, che è il periodo finale del neolitico. Tra le ceramiche si distinguono i dolii e le olle decorate e le tipiche brocche con versatoio ad orlo obliquo.

Nella terza sala sono visibili vari prodotti provenienti da Cava Giacometti e, soprattutto, dal sito di Monte Croce-Guardia, risalente al periodo del bronzo finale (XII-X sec. a.C.), di cui si segnalano un bel biconico di uso funerario e un manufatto in osso particolarmente fine.

E’ in via di progettazione il Parco Archeologico sul Monte Croce Guardia. Il sito d’altura si trova in un contesto ambientale unico, all’interno del Parco della Gola della Rossa e di Frasassi, con una visuale mozzafiato a 360°, dal monte Conero all’appennino umbro-marchigiano, e comprende dei sentieri naturalistici di grande attrattiva turistica.

L’idea di creare un Parco archeologico si inserisce perfettamente nelle politiche di tutela e valorizzazione dell’amministrazione comunale, che vuol far diventare sempre di più Arcevia città dei parchi e del paesaggio, sapendo che la strada maestra per salvare i territori delle aree interne è quella di sviluppare al massimo le loro enormi potenzialità turistiche. Del resto questo rafforzerebbe anche la rete dei siti archeologici dell’area, da Sentinum a Suasa, e si potrebbe creare un circuito archeologico di assoluto valore nazionale.

L’ultima parte dell’esposizione è dedicata al Sepolcreto Gallico (IV-II sec. a.C.) e al santuario di Montefortino con gli splendidi corredi di due tombe.

La vicina Chiesa Collegiata di S.Medardo,  aperta per i visitatori la domenica dalle 15.30 alle 18, è uno scrigno di opere d’arte e di bellezza. Bastano due nomi importanti del pieno Rinascimento: Luca Signorelli con il “Battesimo di Gesù” e il “Polittico di S. Medardo”

Luca Signorelli Polittico di San Medardo di Arcevia

e Della Robbia con la monumentale opera del Paliotto d’altare con dossale, in terracotta invetriata, rappresentante la Vergine dei miracoli e altre scene” ci spiega il parroco don Sergio Zandri.

Giovanni della Robbia Paliotto d’altare con dossale, in terracotta invetriata Vergine dei miracoli San Medardo di Arcevia

L’altare fu commissionato da due eremiti senesi per l’Eremo di S. Girolamo de saxo rubeo di Rocca Contrada (antico nome di Arcevia) nel 1510, alla bottega fiorentina di Giovanni della Robbia. Terminato nel 1513 e posizionato nell’eremo, dopo varie vicissitudini nel 1870 l’altare venne collocato presso la collegiata di S. Medardo, dove tuttora si può ammirare in una nuova sede espositiva.

Arcevia custodisce preziosi arredi invetriati e dipinti del XVI secolo, un unicum nella vicenda robbiana marchigiana per la straordinaria concentrazione. Questo ha permesso di realizzare un itinerario culturale sulle otto sculture robbiane presenti ad Arcevia (Collegiata di S. Medardo e chiesa di S. Maria del Soccorso) e  nella chiesa di S. Lorenzo di Avacelli.

La Collegiata di San Medardo è una chiesa-museo, i cui lavori terminarono nel 1644. All’interno oltre ai capolavori di Luca Signorelli (1508) e di Giovanni della Robbia (1510-1513), esponente di spicco della famosa bottega fiorentina, si trovano gli arredi lignei dei maestri intagliatori Leonardo Scaglia e Francesco Giglioni, che qui operano tra il 1647 e il 1650.

In numerose opere all’interno della chiesa poi è possibile scorgere le splendide immagini provenienti dalla botteghe dei grandi pittori: le numerose opere di Ercole Ramazzani, artista locale allievo di Lorenzo Lotto, tra cui si segnalano il “Battesimo di Cristo” (1593) e il “Giudizio Universale” (1597), ultima opera dell’artista.

In San Medardo si trovano alcune opere di Claudio Ridolfi, il Veronese, discepolo del Barocci (sec. XVII); la ”Madonna del Rosario con i SS. Domenico e Caterina da Siena” (1642), uno dei capolavori di Simone Cantarini il Pesarese (1612-1648) allievo prediletto e ribelle di Guido Reni; una bella tavola di Piergentile da Matelica e Venanzio da Camerino “La Madonna col Bambino, S. Anna, S. Giuseppe, S. Gioacchino (1529); la Croce Processionale in argento del famoso orafo perugino Cesarino del Roscetto (1524-1525).

Nel centro storico si trova anche la chiesa di S. Maria del Soccorso, in via Angelo Rocca (1545-1620), l’agostiniano che fondò una delle prime Biblioteche Pubbliche in Europa, “l’Angelica” di Roma. La chiesa fu costruita nel secolo XVI dai Padri Agostiniani e successivamente ceduta alle Clarisse, che tutt’ora vivono nell’attiguo monastero.

La struttura è a croce latina, a tre navate, e si trova ad essere sormontata da una possente Torre Campanaria. La chiesa venne ristrutturata e decorata in forme barocche. Probabilmente durante questa ristrutturazione le navate laterali furono suddivise in cappelle con la realizzazione di murature di tamponamento tra le campate.

La navata sinistra della chiesa, quella verso il convento, venne realizzata dopo il 1517. Nella chiesa, sono conservate opere di elevato valore artistico, oltre alla maiolica di Fra Mattia della Robbia raffigurante l’Annunciazione di Maria, inserita nell’itinerario robbiano.

Fra’ Mattia della Robbia Annunciazione di Maria nella chiesa di S. Maria del Soccorso di Arcevia

All’interno si trovano “l’Immacolata Concezione con S. Lucia e S. Caterina d’Alessandria” dipinta da Claudio Ridolfi tra il 1625 e il 1640 e “l’Adorazione dei Magi” (1577), di Ercole Ramazzani.

Lo stendardo, ovvero la tavola in legno visibile dai due lati, con “La Madonna del Soccorso” di autore ignoto e la “Natività di Gesù” di Ercole Ramazzani sono invece visibili nella raccolta museale attigua a San Medardo.

La terza tappa Itinerario robbiano è la chiesa di S. Lorenzo, nel castello di Avacelli, dove si possono ammirare un Crocifisso e soprattutto uno spettacolare altare in terracotta dipinta.

Della Robbia Madonna della Misericordia chiesa S. Lorenzo di Avacelli

pagina a cura di Mario Maria Molinari

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