Senigallia e le sue Valli
5 Marzo 2018 Giorgio Pegoli 70x100

GIORGIO PEGOLI «LE DONNE NELL’INFERNO»

Il vernissage Aperta la mostra di Giorgio Pegoli alla Rocca Roveresca di Senigallia
Racconta con immagini di grande qualità quarant’anni di fotogiornalismo di guerra.

CorriereAdriatico LunedÏ 5 marzo 2018
Corriere Adriatico LunedÏ 5 marzo 2018

Giorgio Pegoli come non l’avete mai visto. La mostra fotografica ‘Le donne i bambini, la guerra’ alla Rocca Roveresca è stata inugurata sabato 3 marzo e sarà visitabile fino a domenica 8 aprile. Racconta con immagini di grande qualità quarant’anni di fotogiornalismo di guerra. Pegoli ha cominciato dal Vietnam a porre attenzione alle vittime della guerra.

Le donne e la guerra

La stampa in quegli anni scoprì il ruolo delle parti deboli che subiscono la violenza della guerra. Attraverso questa nuova attenzione, l’obbiettivo di Giorgio Pegoli diventò un punto di riferimento in Italia e nel Mondo.

L’esposizione è incentrata sulla donna e sul suo ruolo cruciale nei momenti bellici sempre difficili e dolorosi. Le fotografie sono il risultato di oltre 50 viaggi volti a documentare i grandi conflitti della seconda metà del Novecento, dal Vietnam all’Iraq, dalla Bosnia al Ciad alla Russia.

Una carriera prestigiosa

Oltre ad aver avuto la prestigiosa copertina del Times nel 1998, le opere di Pegoli sono esposte presso il Museo della Fotografia di Losanna, il Museo delle Culture europee di Berlino e la Fondazione Matiz di Città del Messico. La mostra è organizzata dalla Scuola comunale di Pace ‘Vincenzo Buccelletti’, con il sostegno organizativo della Fondazione Città di Senigallia, ed inaugura anche il programma di iniziative del Comune di Senigallia in occasione del mese della donna.

I bambini e le donne sono sempre i perdenti delle guerre, ma nella mostra della Rocca Roveresca, gli sconfitti conservano sempre una dignità umana anche da persone offese.

Le foto choc

Solo due fotografie sono impressionanti al limite del sostenibile, anche per il formato molto grande adottatto per tutte le stampe esposte: 100×150 o 70 x100, perché mostrano la morte scarnificata e annerita dal napalm, e lo sguardo fatica a sostenere l’orrore.

La fotografia della ragazza con il velo verde è stata fatta nel 1996 in Afghanistan. Il sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi, presentando la mostra si permette una battuta: <Pegoli è il McCurry originale, perché la sua fotografia è stata fatta prima della famossissima fotografia della ragazza che ha fatto il del mondo>.

Quello che le immagini non dicono, lo raccontano come se niente fosse, Giorgio Pegoli e Enea Discepoli a margine dell’inaugurazione.<Siamo arrivati a Kabul, nel 1996 – raccontano i due – quando era stata appena conquistata dai Talebani. Ci hanno presi a ‘zampate del sedere’ e ci hanno portato dal mullah, che ci ha fatto segno di appoggiare i passaporti su un tavolo.

Dopo un po’ ha sorriso e ha detto: <siete italiani? Io parlo molto bene l’italiano, perché ho studiato a Padova. – poi rivolto ai guardiani – ha detto: trattateli bene>. <Ci hanno dato da magiare mele e frittelle.

Io mi sono fato crescere la barba, perché da quel particolare poteva dipendere la mia vita e siamo andati in giro per il paese potendo fare fotografie come poi non è riuscito a nessun altro. Abbiamo visto le donne e i loro bimbi vivere nell’inferno>, ha concluso Pegoli.

Please follow and like us:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *